giovedì 14 gennaio 2016

Il delitto si addice ad Eva

Su "LEA" rivista online dell'Università degli Studi di Firenze, Elisabetta Bacchereti nel saggio "Il delitto si addice ad Eva" parla dei miei scritti. Di seguito, l'estratto, e in fondo il link per scaricare in pdf l'interessante articolo. 
 
Scrittura a quattro mani anche per Breva di morte (2015), poliziesco classico, firmato da Emiliano Bezzon, comandante della Polizia locale di Varese, al suo primo romanzo, e Cristina Preti, nata a Empoli (Firenze) che conta al suo attivo una raccolta di racconti, Pomeriggio alle Antiche Terme (2015); un romanzo, La donna che morì bevendo caffé (2011), storia di ordinaria quotidianità che si colora di mistero e assume progressivamente il carattere, il tono, la suspence di una vera indagine; un accattivante trittico di racconti lunghi a formare quasi un romanzo, per i rimandi e i richiami interni e per l’unicità del cronotopo, l’annuale Festival pucciniano di Torre del Lago, Ma per fortuna è una notte di luna. Trilogia pucciniana con delitto (2012). Intrigante per la rappresentazione vivace e divertita del backstage degli allestimenti teatrali in cartellone, che Cristina conosce per frequentazione diretta (collabora come corista), la Trilogia culmina appunto con l’assassinio, nella scena finale della fucilazione in Tosca, del tenore che interpreta Mario Cavaradossi, e l’indagine risolutiva del commissario di Pubblica Sicurezza Antonio Magro, poco sensibile verso il melodramma, ma fine interprete, come un Maigret provinciale, delle segrete tensioni dell’animo umano. Con Breva di morte ci si allontana invece dalla Toscana e dai luoghi familiari a Cristina, ben noti al suo co-autore, anche se ancora di un lago si tratta: è il lago di Lugano, sulla sponda italiana della Valsolda, increspato dalla “breva”, ricco di bellezze naturali e di suggestioni letterarie (vi si affaccia Villa Fogazzaro) ma contaminato dalla morte violenta di una giovane donna, restituita cadavere dalle acque del lago proprio dove, in Piccolo mondo antico (1895), si era consumata la morte per acqua della piccola Ombretta, figlia dei protagonisti. Al centro del classico modello inquirente del whodunit, con un ben orchestrato giuoco di impasse, depistaggi, incertezze, una delle rare figure di detective istituzionale al femminile, la giovane tenente dei Carabinieri, Daria Mastrangelo, fresca di Scuola, al suo primo incarico di responsabilità, alle prese, oltre che con il difficile caso, con l’ansia di superare le celate ma percepibili diffidenze dei colleghi maschi, e dimostrare affidabilità e competenza. Un personaggio a tutto tondo, in cui si coniugano sensibilità, intuito, logica e, perché no, femminilità, destinato, crediamo, a ripresentarsi sulla scena, non solo in pubblico come detective, ma con la propria storia personale ed intima, come una Grazia Negro o una Petra Delicado.

Articolo completo "Il delitto si addice ad Eva" di Elisabetta Bacchereti

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