domenica 2 giugno 2013

Lettori in viaggio / 10



13 dicembre 2011
LA MONOCOLA E IL FREQUENTATORE DI BIBLIOTECHE

Treno per Firenze delle 7.22
Un treno che viene da Siena, stracolmo di studenti che escono a decine e decine, sembrano non finire mai.
Salgo e trovo subito da sedere. Di fronte  a me, una donna sui tentacinque, con i capelli castano/ramati, lisci, lunghi, con un ciuffo sulla fronte così compatto che le copre completamente l’occhio sinistro. Ha un naso importante, niente trucco, vistose borse sotto gli occhi, o almeno sotto l’occhio visibile, che pare verde chiaro.  Ha un corto giubbetto di pelle con un bel collo di pelliccia, pantaloni sportivi color fango, stivaletti. Legge “L’educazione delle fanciulle”, di Franca Valeri e Luciana Littizzetto; sul retro di copertina vedo che ci sono vistosi adesivi con codici a barre, tipici dei libri acquistati a sconto al supermercato. All’altezza di Montelupo chiude il libro, lo infila in borsa e si mette a smanettare sul cellulare.
Accanto a me, un signore distinto sui cinquantacinque, capelli radi e fini castano chiaro, occhi azzurri, occhiali appesi al collo con una cordicella, un bel vestito di tessuto operato che forma minuscoli quadrettini bianchi e grigio/verdi, sotto una camicia azzurro chiaro, cravatta blu, belle scarpe marroni. Legge un libro dalla copertina di un rosso squillante, ha infilato tra le pagine a mò di segnalibro una striscia di cartoncino su cui sta scritto Biblioteca Vallesiana.
Anche lui più o meno a Montelupo smette di leggere, si mette il libro in grembo (“Ratti rossi”, Xiaolong Qiu) , appoggia la testa e dorme. 

22 dicembre 2011
PRECIPITOSA RICERCA DELLA FELICITA’

Treno da Firenze delle 16.28
Una volta partiti, dato che accanto a me non c’è nessuno, appoggio sul sedile vicino al mio borsa e portacomputer. A Rifredi una ragazza appena salita mi fa: “Posso?” e non appena libero il posto si siede precipitosa, quasi gettandosi. Indossa un piumino imbottito lungo color verde, con il cappuccio contornato di pelliccia, anch’essa verde. La sbircio di profilo, ha i capelli corti e lisci sul castano/rossiccio, porta occhiali dalla montatura verde. Estrae da una borsa un libro, un volumetto sottile, piegato su se stesso: “Felicità in questo mondo. Un percorso alla scoperta del buddismo e della Soka Gakkai”. Si mette a leggerlo scorrendo le righe con il dito, ha le unghie curate, laccate di smalto trasparente. Quando il treno arriva a Lastra a Signa, non più di dieci minuti da quando è salita, alza la testa dal libro e si accorge che è la sua fermata, scatta su e si precipita all’uscita.  

23 dicembre 2011
LA GIOVANE CONTADINA RUSSA

Treno da Firenze delle 18.10 
Di fronte a me una donna giovane, ma non giovanissima, fuori moda, fuori tempo; robusta, faccia larga, tonda, assolutamente priva di trucco, naso a patata, labbra sottili, capelli castani corti con ciuffo fermato di lato da una molletta; un maglione marrone a collo alto, pantaloni neri di velluto sciupacchiati e lisi sui ginocchi, scarpe da ginnastica nere un po’ infangate. Il maglione è ampio, ha dovuto arrotolare le maniche troppo lunghe; al polso sinistro, un orologio swatch nero; all’anulare la fede. Sembra una giovane e robusta contadina russa. Sulle ginocchia tiene ben aperto un libro voluminoso, dalla copertina cartonata, con la sovraccoperta dai tenui colori pastello. “Ho un castello nel cuore”, di Dodie Smith. Legge composta, senza muoversi. Le suona il cellulare, risponde in italiano, ma con un forte accento slavo. “Arrivo tra dieci minuti”.

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